Lunedì 18 novembre 2019 – Pietro Valle: il caso di Villa di Verzegnis.

L’architetto Pietro Valle  ha illustrato per il Club l’eccezionale iniziativa sviluppata da Egidio Marzona  a Villa di Verzegnis, un piccolo paese della Carnia. Marzona, pronipote tedesco di emigrati di Verzegnis e collezionista per decenni di opere e documenti d’arte con attenzione alle avanguardie storiche e ai movimenti degli anni Sessanta e Settanta, a un certo punto decide di dare forma  a  un progetto pubblico, un Art Park,  al fine di creare una interazione aperta e stabile tra arte contemporanea e paesaggio. Invita  i suoi amati artisti, esponenti del minimalismo, della land art e dell’arte concettuale, a installare opere e strutture su terreni  da lui acquistati a Villa, paese di origine dei suoi avi, contando anche sulla collaborazione e sull’aiuto delle maestranze locali. Le aree prescelte comprendono due zone diverse: il prato e i lotti all’interno del paese, con al centro dell’abitato  uno spazio verde pubblico. Nel prato non ci sono barriere né indicazioni di proprietà, non esistono confini tra gli orti e il bosco alle pendici della montagna.  All’interno del paese, edifici crollati e squarci improvvisi tra i muri rivelano gli spazi una volta abitati in una alternanza di vuoti, terreni inselvatichiti ed edifici ricostruiti.

Il carattere di apertura senza mediazioni, proprio del prato e del paese,  per Marzona e i suoi artisti appare una delle qualità fondamentali di Villa: manufatti di grande presenza architettonica opportunamente disposti possono interagire  efficacemente e in totale libertà con le caratteristiche insediative del luogo. Così Bruce Nauman nel 1989 colloca la prima opera, la “Truncated Pyramid Room”, piramide di cemento alta sei metri, con tre grandi aperture, e Dan Graham piazza un  magico prisma  di vetro a base triangolare, il “Bisected Two-Way Mirror Triangle”.  Il “Tagliamento River Stone Ring” di Richard Long forma sul terreno un cerchio con i sassi del vicino fiume, Robert Barry cementa sul prato sette parole in marmo bianco, mentre la catasta di legni di Bernd Lohaus  richiama le barriere antineve. Nella corte d’ingresso di casa Marzona,  Lawrence Weiner anima uno spazio con delle frasi che evocano un altro luogo “Taken to a Point”, mentre la sequenza di cubi modulari di Sol Lewitt “HRZL 1” diventa un cannocchiale visivo che conduce oltre un muro in rovina. Sul prato si snodano i cento moduli di legno accostati di Carl Andre, si ergono il dedalo in acciaio inox di Peter Kogler e i cubi di blocchi di legno di Robert Grosvenor e di ghiaccio di Stephen Kaltenback, “Fire in ice”. A  nord verso la strada di Invillino si allungano le aste di acciaio di Richard Nonas.

Pietro Valle, collaboratore di Marzona fin dal 1996, ci invita ad andare a Villa di Verzegnis per esplorare un’area di ben 15.000 mq dove arte, paesaggio e ambiente segnato dall’uomo dialogano tra concretezza materiale e allusività simbolica, trasmettendo emozioni e sollecitando il pensiero a misurarsi con gli enigmi della natura e della storia.

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L’arch. Pietro Valle con la Presidente Federica Quaglia

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“Tagliamento River Stone Ring” di Richard Long

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 “Truncated Pyramid Room”, piramide di cemento alta sei metri del 1989 di Bruce Nauman 

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